Mai come nel corso dell’ Olimpiade di Tokyo si è parlato tanto di respirazione, concentrazione e motivazione.

Un trinomio inscindibile in quanto in carenza di ossigeno è difficilissimo concentrarsi e senza un’adeguata concentrazione è impossibile trovare la giusta motivazione.

Probabilmente tutti noi abbiamo rallentato il nostro respiro con l’arciere Niboli mentre stava per scagliare la freccia che gli ha donato l’argento. Oppure abbiamo chiuso gli occhi con il centometrista Jacobs, concentrato nel trovare la giusta armonia fra respirazione e spinta.

L’obiettivo di Niboli, così come di Jacobs, era lo stesso: mantenere il respiro ritmico e sincronizzato con l’attività.

La spiegazione sta nell’effetto Bohr, l’effetto per cui se superiamo una determinata frequenza respiratoria espelliamo solo anidride carbonica e pertanto non riforniamo i nostri tessuti di ossigeno in maniera sufficiente, peggiorando così le nostre performance e il nostro “livello istantaneo” di benessere.

Per questo motivo in tutti gli sport e a tutti i livelli viene dato sempre maggior spazio nei periodi di allenamento alla cura della corretta respirazione in quanto è ormai acclamata la sua importanza.

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